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Se nella prima fase del conflitto (dal 602 al 622) i Persiani conseguirono importanti successi, l'ascesa al trono bizantino di Eraclio
nel 610 portò alla fine alla sconfitta persiana, nonostante i successi
iniziali di Cosroe II. Le campagne di Eraclio condotte in territorio
persiano dal 622 al 626 alterarono l'equilibrio, costringendo i Persiani
sulla difensiva e permettendo ai Bizantini di riguadagnare terreno. Una
volta alleatasi con gli Avari, i Persiani fecero un ultimo tentativo di espugnare Costantinopoli
nel 626, ma fallirono nell'impresa. La vittoriosa campagna finale di
Eraclio in Assiria nell'inverno 627/628 costrinse infine i Persiani a
implorare una pace, e i Bizantini ottennero la restituzione dei
territori occupati dai Persiani nei primi due decenni del conflitto,
oltre che la restituzione della reliquia della Vera Croce.
Il lungo e logorante conflitto aveva tuttavia indebolito entrambe le
contendenti; conseguentemente, esse divennero vulnerabili all'ascesa
improvvisa del califfato dei Rashidun, i cui eserciti invasero entrambi gli imperi solo alcuni anni dopo la fine del conflitto. Gli eserciti musulmani, approfittando del momento di debolezza dei due imperi, rapidamente conquistarono l'intero Impero sasanide e privarono l'Impero romano d'Oriente dei suoi territori in Siria e Palestina, nel